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Hector: Badge of Carnage

(2011, Straandlooper Animation / Telltale Games - Dean Burke, Kevin Beimers)

Saga comica in tre episodi: We Negotiate with Terrorists, Senseless Acts of Justice e Beyond Reasonable Doom. Il "culo grasso della legge" Hector viene chiamato a gestire le richieste di un terrorista che ha sequestrato un edificio e miete vittime. Per mettere a tacere il folle, nelle sue intenzioni moralizzatore della debosciata Clappers Wreake (la città che ha "tolto il Gran dalla Gran Bretagna"), Hector soddisfa le sue assurde richieste. Quando l'individuo si dilegua, Hector decide di andare sulle sue tracce con l'aiuto sul campo del suo imbranato partner Lambert, ma ignora il colossale complotto ordito dal reo...

Analisi

DESIGN / SCENEGGIATURA

A un decennio dalla sua uscita, la trilogia episodica di punta & clicca Hector: Badge of Carnage, patrocinata e pubblicata dai Telltale ma ideata e realizzata dallo studio di animazione nordirlandese Straandlooper, continua a distinguersi da due punti di vista: tra le pubblicazioni dei fu-Telltale rimane la più nostalgica nell'impianto ludico, ed è ancora adesso un esempio di politicamente scorretto quasi da manuale.
Hector è un adventure game alla vecchia maniera, in tutto e per tutto: location bidimensionali, movimento punta & clicca, dialoghi ridicoli a scelta multipla, momenti di controllo parallelo di più personaggi (dal secondo atto) e addirittura inventario sempre presente in basso su schermo! Alla distribuzione tra l'aprile e il settembre 2011, prima che Ron Gilbert proponesse il suo Thimbleweed Park nel 2017, avevamo visto per l'ultima volta questo taglio in Day of the Tentacle, anno 1993! Nemmeno i due contemporanei Puzzle Agent dei Telltale, pur rigiocando egregiamente la carta del 2D a mano libera, erano arrivati a riabbracciare il game design e le interfacce vintage. Qui accadde, per giunta nello stesso anno in cui i Telltale sviluppatori stavano smontando l'avventura grafica con Back to the Future e Jurassic Park: sembra quasi che il sostegno agli Straandlooper, impantanati economicamente dopo aver pubblicato in proprio il primo episodio solo su iPhone nel giugno 2010, fosse un aspetto di quella crisi d'identità che in quel periodo travolse la casa californiana. Era un tentativo di tenere due piedi in una scarpa: in proprio si guardava a un genere di avventura narrativa meno basata sugli enigmi, però non ci voleva alienare troppo le simpatie dei fan avventurieri.

Unica concessione che denunciava l'appartenenza al mercato moderno in Hector era il mancato uso del tasto destro, dal momento che con un singolo click si esaminavano hospot e oggetti, mentre con il doppio click ci si interagiva: il gioco era stato concepito per il touchscreen. Ottenendo i fondi per completare la trilogia, i designer Dean Burke e Kevin Beimers nel "pacchetto" trovarono però anche l'aiuto e l'editing di un grande come Dave Grossman e di Mark Darin. I loro saggi consigli s'intuiscono nel salto di rifinitura nel game design, nettamente avvertibile tra il primo episodio e gli altri due: la struttura si fa ancora meno lineare e il respiro narrativo aumenta, lo sporadico controllo parallelo di Lambert è indovinato, l'equilibrio tra trama e gag è più accorto, la costruzione delle situazioni comiche più calibrata e in crescendo. Si ha davvero la sensazione che qualcuno abbia innaffiato sui semi delle buone idee già godibili all'esordio, e nemmeno si ripetono quel paio di "enigmi al contrario" nella prima puntata (quelli cioè risolti prima di capire in cosa consistano). Gli stessi consigli velati ricavabili dalle conversazioni stupide con Lambert sono la rilettura dei consulti di Sam & Max a partire dalla loro Season Two. Hector è un buon esempio di avventura umoristica in cui gli sketch e gli enigmi idealmente coincidono, mentre il trial & error stesso suscita già ilarità (spesso sadica) in chi gioca. La difficoltà è bilanciata bene, forse tende al facile per gli avventurieri più navigati, però il design è onesto e divertente, anteponendo la risata alla frustrazione.

Politicamente scorretto, si diceva. Nel 2021 il dibattito su questi argomenti negli Usa ha assunto la portata di uno tsunami, occupando il confronto pubblico costantemente. Hector può essere uno spunto per riflettere sulla questione. Il famoso "Si può scherzare su tutto" di George Carlin, citato spesso (ma un po' travisato) fornisce a mio modesto parere la chiave: esagerare. Lasciar cadere una battutina stantìa in un contesto moderato può celare ipocritamente la reale offesa, lo stereotipo usato come arma. Fattosi le ossa su corti già scorretti sul web della serie Small Tragedies (ma attivo su produzioni per l'infanzia come Lifeboat Luke!), l'ideatore Dean Burke con la complicità di Beimers si sa invece muovere. Allinea meticolosamente i valori "alti" del vivere civile e li percuote così tanto e con una tale violenza da mantenere la forza liberatoria del registro, alzando però la soglia di offesa. La vita, la morte, il rispetto della donna, l'inquinamento, la malattia, l'autorità, la giustizia, le dipendenze, l'infanzia negata, la patria, la religione: non si salva nulla e quindi... non c'è discriminazione! Anzi, il copione rischia persino di ottenere l'effetto contrario, simile a quello del tedesco Deponia. Come dice Hector, "Non è razzismo odiare tutti indiscriminatamente", ergo per paradosso il gioco finisce ogni tanto per annacquare la provocazione nella goliardìa fine a se stessa, tra allusioni sessuali, improperi coloriti, escrementi e splatter demenziale.

La scrittura comunque ha tempi appropriati e gag orchestrate con cura, con improvvise ed esilaranti "virate" in scene il cui svolgimento sembrerebbe a prima vista prevedibile. L'ultimo episodio offre un crescendo di sketch che si possono considerare all'altezza dei classici umoristici del genere (vostro stomaco permettendo). Il protagonista, repellente, nichilista e cinico ben al di là dei limiti dell'assurdo, è centrato e regge bene sulle sue spalle la galleria di personaggi-parodia. A partire dal cliffhanger del primo episodio, passando per l'indagine articolata del secondo e arrivando all'ansia demenziale del terzo, il grottesco giallo sembra persino intrigante! Rafforza il tutto la caratterizzazione british in lessico e riferimenti culturali, spiazzante per chi, seguendo la LucasArts e i Telltale, aveva abituato orecchie e cervello allo slang e alla società americani. A chi fosse in crisi suggerisco di aiutarsi con i miei glossari o con l'unica patch amatoriale di traduzione che fu realizzata per il primo capitolo.
Rivolta a chi è affezionato al genere canonico dell'avventura grafica e non vede necessità di stravolgimenti, l'epopea dell'indecente detective non era dunque solo la negazione di quella ricerca di dinamismo e originalità nell'approccio che i Telltale da autori sostenevano. Nel mondo che grativava intorno alla cultura LucasArts rimane un raro caso di comicità politicamente scorretta a corpo morto, lontana dal registro "per tutti" che l'azienda di George aveva sempre perseguito, una mosca bianca. Comunque la si pensi e quali che siano i propri gusti, come secondo e ultimo caso di consulenza telltalica a un gruppo di sviluppo europeo (dopo Ankh), questo è anche il migliore, ed è un peccato che i Telltale non si siano più calati nel ruolo di mentori. La collaborazione non proseguì: gli Straandlooper chiusero, rinascendo poco dopo come Italic Pig, Burke si è dato all'animazione tout court, mentre Beimers è stato capo-sceneggiatore del Beyond a Steel Sky dei Revolution nel 2020.

GRAFICA

Lo stesso Dean Burke è ideatore grafico della serie nonché autore di tutti i fondali, mentre le animazioni sono a cura di Colin McCusker, affiancato dai bravi Hague e Kadalayil dal secondo atto in poi. Nonostante siano stati originariamente concepiti per il piccolo schermo iPhone nel livello di dettaglio, gli ambienti non soffrono dell'ingrandimento, complice il piacevole stile grafico cartoon adottato: pur meno deforme, farà sentire a casa chi ricorda con affetto Day of the Tentacle. Unico relativo difetto è nelle proporzioni dell'immagine su Windows, Mac e iPad, perché il particolare 3:2 di iPhone e iPod Touch (è rimasto quello fino alla quarta generazione) è causa di letterbox sui 4:3 e pillarbox più o meno invasivo su 16:9 e 16:10. La risoluzione è comunque scalabile, aiutata dalla tecnica dietro agli sprite dei personaggi, realizzati tramite l'animazione vettoriale tipica dei prodotti in Flash. Proprio questa tecnica rende gran parte dei movimenti più rigidi rispetto alla maggiore flessibilità garantita da una tecnica 2D interamente a mano libera. È un compromesso di budget che non pesa troppo: un'accurata produzione ha destinato con accortezza risorse alle animazioni delle sequenze più importanti e alle gag migliori. È il caso di segnalare un miglioramento nella quantità e nella cura della grafica a partire da Senseless Acts of Justice, quando cioè sono arrivati i finanziamenti Telltale. Nessuna location prevede l'uso di scrolling: su iPhone le Special Edition dei Monkey Island lo gestivano tranquillamente, quindi suppongo si sia trattato di una scelta di design. Insolito in un titolo col marchio Telltale la presenza di sequenze non interattive non realizzate con l'engine ma esportate in filmati BINK, quindi un po' ingombranti e sgranate all'aumentare della risoluzione.

MUSICHE E SONORO

Anche la colonna sonora e gli effetti sonori sono a cura di Dean Burke, che ha cercato in tutti i modi di rievocare i loop musicali dell'epoca storica degli adventure, lavorando ora di contrasto comico (con brani cupi e minacciosi) ora di ironia (la musica simil-porno all'Exotico richiama subito i Larry). Un piacevole accompagnamento. Riguardo alle voci, il primo episodio è interamente doppiato... da una sola persona! Come editori i Telltale hanno un precedente in questo senso, costituito dal virtuosistico lavoro di Matt Chapman in Strong Bad, ma qui Richard Morss, anche coproducer del gioco e socio della Straandlooper, ha dato vita a un numero di personaggi ben maggiore. Se Hector è perfetto, il lavoro di mixer e la duttilità dell'attore non potevano fare miracoli per tutte le altre performance. Forse anche per tale ragione i Telltale e gli Straandlooper dal secondo episodio hanno alleggerito Morss, affidando all'attrice Miriam Kelly i personaggi femminili: una decisione che di sicuro rende più professionale il risultato. Detto questo, io trovavo la resa delle donne di Morss, clamorosamente falsa e cabarettistica, molto gustosa. Non poteva che ricordare illustri connazionali degli autori. Per la pronuncia, vale lo stesso discorso fatto per il lessico: ascoltare l'inglese britannico in un'avventura grafica è un'esperienza piuttosto rara. Se siete persi nell'inglese ostico, ricordatevi dei miei glossari o della patch amatoriale che traduce la prima puntata.

Revisione: 5/2021

NOTE TECNICHE SULLA PRIMA EDIZIONE (Windows/Mac, iOS)

Conoscendo le incertezze delle ultime versioni del Telltale Tool, si caricava Hector con timore, specialmente perché almeno il primo episodio fu convertito nell'engine dei Telltale partendo dal motore proprietario degli Straandlooper, compatibile solo con l'iPhone/iPod. Nell'allargamento a una pubblicazione multipiattaforma Windows/Mac/iOS (iPad incluso), il trasloco fu abbastanza indolore: i Telltale sostennero il coder e cosceneggiatore originale, Kevin Beimers, con i loro programmatori. Non dormite però sugli allori: la malaugurata pratica del salvataggio unico e automatico vi può costringere, causa bug o compromissioni dello stesso, a rigiocare tutto dall'inizio. Consiglio vivamente il backup periodico di tale file (si chiama a seconda dei casi save1.save, save2.save o save3.save), in particolar modo prima di raccogliere nel primo episodio una fantomatica bomboletta spray nel parco: se uscite dalla location non potrete più prenderla, generando un vicolo cieco! Sempre nel primo atto, la latitanza di una regolazione dei sottotitoli, assenti nelle sequenze in formato Bink e obbligatoriamente presenti durante il gioco, aveva compromesso l'esperienza per molti utenti (qui c'era una trascrizione dei dialoghi): per fortuna, le nostre insistenze sul forum dei Telltale permisero di dimenticare il problema nella seconda e terza parte. La trilogia completa, mai localizzata, rilevata dall'LCG Entertainment dopo la chiusura dei Telltale nel 2018, è tuttora disponibile su Steam (Windows/Mac), dove arrivò nell'agosto 2011 e dove i requisiti minimi hardware parlano di XP, CPU a 2.0Ghz, 3Gb RAM e scheda video da 512Mb RAM compatibile DirectX 9.0c, oppure OSX 10.6.3, CPU 2.3Ghz e 4Gb RAM. Più tardi, come leggete in basso, il Culo Grasso della Legge è giunto sui lidi di Good Old Games.

Credits (Windows/Mac, iOS)

Direzione, soggetto, ideazione grafica, fondali e musiche: Dean Burke (Straandlooper)
Design e testi: Dean Burke & Kevin Beimers (Straandlooper)
Produzione: Alastair McIlwain, Richard Morss, Kevin Beimers (Straandlooper), Dave Felton, Kevin Bruner, Brett Tosti (Telltale)
Programmazione: Kevin Beimers (Straandlooper), Chris Bauer, Charlie Huguenhard (Telltale)
Telltale Tool: Kevin Bruner, Jonathan Sgro, Graham McDermott, Randy Tudor, Carlo Morgantini, Ben Ingram, Bruce Wilcox, Dushan Leska, Jeff Brill
Animazioni (Straandlooper): Colin McCusker, Jack Hague, Sreejesh Kadalayil, Terry Reilly (gioco), Dean Burke, Colin McCusker, Ciaran Oakes, Jack Hague, Sreejesh Kadalayil (sequenze)
Coreografia: Kevin Beimers (Straandlooper), Mike Sherak, Calvin Huang, Morten Sorensen, Zeke Garcia, Airyque Ervin (Telltale)
Grafica tecnica (Telltale): Michael Perretta
Sound design (Straandlooper): Ciaran Oakes, Richard Morss, Ka-Boom, Rob Talsma
Voci (Straandlooper): Richard Morss (personaggi maschili in tutti gli episodi, femminili solo nel primo), Miriam Kelly (personaggi femminili nel secondo e terzo episodio)
Testing: Ciara Carson, Aimee Beimers, Kevin Biemers (Straandlooper), Caleb Hoffman, Daniel Morris, Jeff Armstead (sup. Telltale), John Douglas Joy, Alex Culang, Chuck Jose, Jeremy Acs, Trent Burg, Ben Knoll, Crag Dauterive, Jason Pimentel
Mansioni aggiuntive: Alastair McIlwan, Adam Pescott (storyboard, Straandlooper), Tim Bryans e Richard Morss (dialoghi, Straandlooper), Mark Darin e Dave Grossman (editing sceneggiatura e design, Telltale), Paolo Asuncion, Jake Rodkin, Crystal Langley (grafica aggiuntiva, Telltale)

Altre edizioni e porting

Good Old Games (2014?)
Badge of Carnage fu piazzato dai Telltale anche su GOG senza DRM. È stato rimosso in seguito alla chiusura della casa, avvenuta alla fine del 2018, per poi riaffiorare nel maggio 2020, per mano dell'LCG Entertainment e del partner publisher Athlon Games. La patch amatoriale che traduce la prima puntata dovrebbe essere compatibile anche con questa versione.