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Duke Grabowski: Mighty Swashbuckler

(2016, Venture Moon Industries - Bill Tiller, Gene Mocsy, Jeremiah Grant)

Grosso pirata frescone, Duke Grabowski si propone come capitano, col titolare disperso in mare. Il collega Slewface vorrebbe il posto, così per eliminarlo dai giochi, d'accordo con gli altri, lo inganna: per aspirare al rango, Duke dovrebbe dimostrare di sapere sedurre almeno tre fanciulle. Duke se la beve. Negato con l'altro sesso, Duke proverà a legare con la corsara Jane Sterling, la studentessa in libera uscita Maeva e l'intraprendente Lady Aziza, che vuole salvare i suoi figli rapiti.

Analisi

DESIGN / SCENEGGIATURA

Quando la campagna Kickstarter di Bill Tiller è andata a buon fine per un soffio, persino i backer come il sottoscritto rimasero interdetti. Dopo le prove non troppo amate di A Vampyre Story e Ghost Pirates of Vooju Island, le aspettative verso i suoi lavori erano andate negli anni calando, e una precedente campagna era naufragata tragicamente. La verità è che forse tanti di noi sostenitori hanno donato a questo progetto più per obbligo morale verso l'autore dei fondali di Monkey 3, che per reale trasporto: ammetto io stesso di aver contribuito con 15 miseri dollari proprio per non sentirmi in colpa verso il suo entusiasmo, non perché fossi convinto al 100% del gioco. Mi lasciava perplesso l'ennesimo sperticato omaggio a Monkey Island, pluricitato e omaggiato nelle avventure grafiche ormai da eoni, ma allo stesso tempo provavo simpatia per una così spudorata dipendenza psicologica da quell'atmosfera: ammiccare è un conto, inchinarsi con una tale decisione è amore sincero.

Ritenevo poi che un piccolo progetto, un divertissement "di 2-4 ore", come ci fu presentato, sarebbe stato un bagno d'umiltà utile per Bill e i suoi soci, Gene Mocsy e Jeremiah Grant. Le cose poi non sono andate lisce come speravo: in origine i 40.000 dollari dovevano essere integrati da una somma uguale dalla Ouya, in previsione di un porting per la loro console, ma il fallimento dell'azienda ha fatto saltare l'accordo, e Bill ha incrociato dopo una lunga lavorazione l'interesse dell'editore Alliance Digital Media, intenzionato a trasformare la piccola avventura nel primo capitolo di una serie episodica, poi cancellata in seguito all'accoglienza fredda riservata al gioco.
Onestamente, Duke Grabowski è tutto quello che mi aspettavo che fosse, nel bene e nel male, e forse proprio questa prevedibilità può rivelarsi la sua spina nel fianco, se si sono seguiti i precedenti lavori di Tiller. Ambientato nello stesso universo di Ghost Pirates (Jane Sterling viene da quel titolo), quest'ultraclassica avventura punta & clicca con menu radiale è nitida nella caratterizzazione del protagonista e nella definizone dei suoi ostacoli. Bill è stato sempre criticato per le sue sceneggiature (comunque sempre cofirmate con altri), ma anche qui conferma una visione poetica molto chiara: assai semplice, fiabesca e forse più adatta a un pubblico adolescenziale, ma affettuosa nei riguardi dei suoi eroi. Duke non è proprio tonto, solo ingenuo, e lo svolgimento della breve storia non è goliardico sessista come si potrebbe pensare: evitando spoiler, le donne capiscono che Duke è stato fregato, e quel barlume di reale affetto che sembra sbocciare con una di loro è un tocco tenero reale.

Bill ha da sempre corteggiato celebri ex-Lucas, e questa volta è riuscito a coinvolgere Larry Ahern ai testi e Dave Grossman come consulente di design, ricavandone un'esperienza un po' più divertente nei dialoghi e un po' più compatta nel design. Quest'ultimo non presenta alcun intoppo degno di nota per avventurieri navigati (ho finito tutto in 3 ore, cercando di cliccare su tutto), ma per lo meno mantiene una struttura non lineare che amplifica il respiro giocoforza ristretto della produzione. Si poteva tuttavia limare ancora: in un paio di casi stavo per risolvere gli enigmi troppo in fretta, perdendomi azioni sbagliate divertenti da guardare, e un enigma (che tra l'altro vede protagonisti proprio gli alter ego di Grossman e Ahern!) si risolve da solo.
In parole povere, forse è il gioco di Bill che mi ha divertito di più, viene venduto a un prezzo onesto e lo consiglierei a chi ha figli piccoli (se non fosse disponibile solo in un inglese non facilissimo), ma non è privo di alcuni difetti che lo relegano alla solita potenzialità inespressa, specialmente sul piano tecnico, come spiego più avanti.

GRAFICA

La direzione artistica di Bill Tiller rimane una gioia per gli occhi. Anche se negli ultimi anni la Double Fine con Broken Age o i Telltale con un The Wolf Among Us hanno indicato strade più sofisticate, il senso del "bello classico" di Bill è inattaccabile: come Ghost Pirates, i fondali disegnati a mano non hanno linea di contorno e sono composti da nuclei di colori saturi accostati in modo pressocché perfetto. Piacevoli le dominanti sottili di alcuni ambienti (osservate il rosso e l'arancione nella location del barbecue). Gli ambienti non sono tanti, ma sono da ammirare: non stupiscono, perché ormai lo stile di Bill è sempre quello, ma lamentarsene sarebbe dura. Volendo essere lagnoso a tutti i costi, direi che la location della cella di Monkey Island 2 sconfina nella dipendenza patologica dal mondo di Guybrush.

Duke Grabowski mostra però seri problemi sui personaggi: non tanto nel loro design, perché Duke è ben concepito, quanto sul piano tecnico e produttivo. Il team non poteva creare mille nuovi modelli, e ne ha riciclati diversi da Ghost Pirates, ma in sé questo sarebbe anche accettabile. Purtroppo le animazioni sono altalenanti, non sempre convincenti come nella citata concorrenza: Duke per esempio sembra leggermente slittare sul fondale (ruotando su un perno invisibile quando si volta!) e il clipping tra personaggi o tra personaggi ed elementi di vestiario è davvero troppo frequente: andava evitato con inquadrature meno rischiose, che invece sembrano cercate masochisticamente, specialmente nelle sequenze, dove la modellazione svela legnosità ed è per giunta disturbata dalla compressione dei filmati (ma davvero non era possibile realizzare le cutscene in tempo reale?).
È chiaro che Tiller ricorda i tempi d'oro di Monkey 3, in cui ci si poteva permettere dettaglio perché c'erano tempo e soldi per farlo, ma avrei forse ridotto il numero di primi piani che fanno risaltare il "vorrei ma non posso" dettato dal budget.

MUSICHE E SONORO

Durante il gameplay la colonna sonora è costituita dai brani che Pedro Macedo Camacho aveva scritto per Ghost Pirates: un altro riciclaggio, ad ogni modo annunciato già in fase di campagna. Erano musiche già di per sé molto dipendenti da quelle di Michael Z. Land per Curse, per cui la sensazione di averle già ascoltate è se possibile amplificata. Fortunatamente Tiller è riuscito a riservare una parte del budget per musiche originali dedicate alle sequenze, delle quali si è occupato Jared Emerson-Johnson, ormai con i Telltale specializzato nell'imitare stili altrui e nel mimetizzarsi nel migliore dei modi.
Il doppiaggio, diretto da Lani Minella come per Ghost Pirates (anche stavolta si riserva il ruolo di Jane), è davvero molto ben fatto, con l'ottima voce di Erik Braa per il protagonista e alcune partecipazioni interessanti: Jon St. Jon, per tutti Duke Nukem, nei panni di vari zombi e pirati, mentre Dave Fennoy, voce di Lee in The Walking Dead, è il poeta seduttore LLSweetT. Vera chicca per i lucasdeliranti: Dave Grossman e Larry Ahern sono stati convinti a recitare nei panni dei loro alter ego nella scena che li riguarda; Grossman se la cava egregiamente, Ahern ha qualche difficoltà, ma è un piacere ascoltarli.

Revisione: 10/2016

NOTE TECNICHE SULLA PRIMA EDIZIONE (Windows/Mac/Linux)

Il gioco è programmato in Unity, tramite un'estensione finalizzata alla creazione di avventure grafiche, Adventure Creator, concepito da Chris Burton, autore dell'avventura grafica demenziale Da New Guys. Ciò non ha permesso un'enorme rifinitura e personalizzazione, ma certamente ha permesso di spendere poco e avere a disposizione un'ampia portatilità su Windows, Mac e Linux, con requisiti hardware molto bassi: CPU 2.4Ghz Dual Core, 2Gb RAM, GeForce 610 o equivalente, con sistemi operativi XP / OSX 10.8 / Ubuntu 12.04. D'altronde i programmatori, tra cui lo stesso Mocsy e due ex-Lucas come Reed Knight e Darren Johnson, hanno avuto poche risorse per sbloccare il gioco dal rischio impasse dopo il fallimento della Ouya. Al momento l'unica edizione console prevista è per la Razer Forge TV, che ha ereditato il catalogo Ouya. Tutte le versioni sono acquistabili, naturalmente solo in formato digitale, su Steam.

Credits (Windows/Mac/Linux)

Direzione, design e produzione: Bill Tiller, Gene Mocsy, Jeremiah Grant
Soggetto e direzione artistica: Bill Tiller
Testi: Gene Mocsy (sup.), Larry Ahern, Matthue Roth, Reed Knight, Darren Johnson, Bill Tiller, Lani Minella
Fondali: Bill Tiller, Franco Galletta, Nate Laurin, Richie Mason
Design e modelli dei personaggi: Jean-Lois Sirois, Bill Tiller, Gene Mocsy, Ed Brilliant
Rigging: Jeremiah Grant, Gene Mocsy, Reed Knight, Adhavan Palanisamy, Mixamo
Animazioni: Karin Nestor (gioco), Romero Alves (sequenze)
Scripting: Gene Mocsy (sup.), Jeremiah Grant, Reed Knight, Darren Johnson
Programmazione: John K. Manuelian (Pixel Barrage), Peter Brooks (Techno Dog Games per integrazione Steam)
Adventure Creator (estensione di Unity 3D) a cura di: Chris Burton (Ice Box Studios)
Testing: Robert Megone (sup.), Nikos Patsiouras, Leonard Challis, Jochen Roessink, Martin Mulrooney
Musiche: Pedro Macedo Camacho (da Ghost Pirates of Vooju Island), Jared Emerson-Johnson (musica sequenze)
Direzione del doppiaggio: Lani Minella (AudioGodz)
Voci: Erik Braa (Duke), Lani Minella (Jane Starling e Lady Aziza), Lauren Synger (Maeva)
Mansioni aggiuntive: Dave Grossman, Larry Ahern (consulenza game design), Jim Beals (grafica achievement e trading cards)