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Ankh - Le avventure grafiche nel 2005

Monkey Island...ancora Monkey Island... per sempre Monkey Island

Nel corso degli anni, il genere delle avventure grafiche è stato da sempre benedetto (o maledetto) da imitazioni dei più classici adventure Lucasarts. The Secret Of Monkey Island e Monkey Island 2 : LeChuck's Revenge hanno fatto nascere innumerevoli tentativi di emulare quelle sensazioni magnifiche che questi due capolavori hanno suscitato. A volte nel mucchio di cloni saltava fuori qualcosa con un particolare carisma, come la saga di Simon The Sorcerer dell'Adventure Soft (oggi Headfirst Productions). Il giovane gruppo di sviluppo tedesco Deck 13, volendo debuttare nel mondo delle avventure grafiche - oggi di certo non aperto a finanziamenti stellari - ha coraggiosamente deciso di buttarsi su un adventure comico, ultimamente ancora più paventato dai publisher per i modesti introiti che la risata ormai garantisce.
La cosa non desterebbe il particolare interesse di Lucasdelirium, se non fosse che, per avere una benedizione ufficiale, i Deck 13 si sono rivolti per una supervisione del copione ai neonati Telltale, ragion per cui in questo articolo li riterrò indirettamente responsabili per i pregi e i difetti del gioco! ;-)

La storia in breve

Ankh segue le vicende del giovane medio Assil, in un Egitto da Antico Testamento, contaminato da un umorismo anacronistico tipico della saga di Monkey o delle battute del mitico fumetto "Asterix" di Goscinny e Uderzo. Dopo aver organizzato un festino all'interno di una piramide, Assil per errore profana una tomba e riceve una bella maledizione dalla mummia del re Scarabeo. Sempre nello stesso luogo, entra casualmente in possesso di un ankh, artifatto indispensabile per legare il mondo dei trapassati al mondo dei vivi. Lo comanderemo nei suoi sgangherati tentativi di liberarsi della maledizione e in seguito di seminare tutti i malintenzionati che vogliono mettere le mani sull'ankh. Nel tragitto, incontrerà la ribelle figlia dell'ambasciatore arabo, Thara, un tipo tutto pepe, con la quale si creerà una tipica dinamica da "amore bello e litigarello". Il tutto immerso in continui incontri con personaggi petulanti, strambi e possibilmente fuori di testa, come è da prassi di questa specifica tipologia di avventura grafica.

Perché vale la pena farsi un giro in Egitto

Perché invece l'Egitto può aspettare

Qui è tutto un po' un Ankh

I rimanenti aspetti del titolo sono senza infamia e senza lode: belle musiche curate dallo studio Dynamedion (già autori della colonna sonora di un'avventura-culto che vi consiglio, The Moment Of Silence), un doppiaggio inglese simpatico, un'interfaccia comoda ma priva di innovazioni. Complessivamente, Ankh è significativo della condizione di questo tipo di avventura comica al giorno d'oggi:

Riassumendo, gente che è in astinenza da atmosfere monkeyislandiane potrebbe trovare il suo palliativo in un giro sul semplicemente godibile Ankh, però non ci si aspetti il capolavoro al quale hanno frettolosamente gridato alcuni. Consiglio di comprarlo specialmente se siete fan sfegatati del genere e volete dire la vostra su un gioco che sta dividendo gli appassionati su molti forum. A suo modo, Ankh è esemplificativo dell'epoca che il nostro genere preferito sta attraversando. Speriamo in A Vampyre Story? Certo che sì, ma si scontrerà con le stesse due problematiche che ho appena elencato, è bene che non lo dimentichiamo mai: nel mercato attuale non ci sono corsie preferenziali.